La “famosa” coppa città di Rovigno 2012

Proverò in questo articolo a descrivere e trasmettere le emozioni, sensazioni e clima che abbiamo respirato in quella giornata a Rovigno.

Antefatto: i nazionali Claut S., Settimi A., Smeraldi N. formanti il team ITA1, erano chiamati a difendere i propri colori in una delle gare di pesca in apnea più importanti dell’intero circuito internazionale. La pressione sulle nostre “spallucce” era palpabile.

Le sensazioni tra noi, che premetto subito, sono sempre state di ottimo affiatamento e fiducia reciproca, erano buone già prima di partire. Il perché? Presto detto! Freddo cane sia fuori, che dentro l’acqua che è sinonimo di condizioni ideali per l’entrata di pesce bianco (e non) per l’alto adriatico..sicuramente lato Croazia.

Io e Stefano eravamo reduci da un 2° posto nella stessa competizione due anni prima ed un 2° posto ai Mondiali di Lussino, sempre in Croazia del 2010. Con Andre avevamo invece legato al Campionato Euro-Africano in Portogallo del 2011.

Iniziavamo così la preparazione il lunedì mattina, con temperatura esterna prossima allo zero e temperatura dell’acqua a 6-7°C. Indimenticabile nei tre anni a cui ho partecipato a questa competizione, la stessa sensazione e schiaffo fisico. Al momento di lasciare gli ormeggi del porticciolo ed intraprendere l’attività di ricognizione, freddo pungente dell’aria..il fumo del motore bianco dal divario di temperatura..la sensazione al momento di entrare in acqua come di bucare una “gelatina” piuttosto che un liquido salato.

La prima giornata é sempre stata la più devastante. Ore ed ore di mare, gommone, freddo, conferme e delusioni, dalle 8 del mattino alle 17-18 di sera. Sempre stati definiti i “matti” per il fatto di tornare quasi sempre con le luci di via accese e a quasi buio.

Dal secondo giorno in poi si entrava nella routine impostata la sera a tavolino e perfezionata in anni di agonismo. Insomma, chi è stato in gommone con me lo sa che c’è il momento per scherzare, ma quando si fa sul serio, sono abbastanza”quadrato”.

I pesci c’erano per tutti, con condizioni ideali per il pesce bianco e visibilità a seconda dei posti e delle correnti,ma tutto sommato accettabile di 8-15 m. Per noi tanta roba! Avevamo orate in tana tranquille in più punti (pesci anche da 3kg), una spacca con un grongo da 8-9kg che coabitava con un dentice da 2.5kg, saraghi corpulenti in più spot. Sarebbe sicuramente stata una gara tutta all’attacco, da studiare benissimo a tavolino per fare il massimo dei punti e aspirare al massimo gradino del podio.

Eravamo belli carichi, consapevoli di aver fatto una minuziosa ed attenta preparazione. Il C.T. ed il vice sapevano che eravamo pieni di pesci di tutte le specie possibili. Solo non dovevamo sbagliare tattica..dimmi niente! La mattina della gara tutti e tre a bordo uniti come una squadra dovrebbe essere, ognuno consapevole dei propri doveri e delle possibilità da esprimere in campo. In due parole DELLE MACCHINE!!!

Partenza a tutto gas sulle pietre delle orate. Eravamo soli, in acqua io e Ste, i 13mt che ci separavano dal fondo volavano. Affacciarsi in tandem e sparare su quei gropponi era una cosa attesa da tutta la preparazione e finalmente era una liberazione..ora era iniziata veramente!
Vi garantisco che sto scrivendo e ho la pelle d’oca da quanto ho ancora vive quelle sensazioni..uniche!

Cercavamo le più grosse, quelle da 3kg non c’erano più ed erano rimaste quelle da 1-1.5kg..pazienza. A sei sette pezzi già a bordo ci fermavamo..occhiata veloce e via sull’altro spot del grongo e dentice..eravamo nei giusti tempi e di nuovo in tandem su uno spaccone a spelonca lungo una decina di metri, posto sui 17mt di fondo. Io impugno il 60ino e 4punte sul dentice da 2.5kg della preparazione, mentre Ste scendeva col medi e 5punte sul grongo. Mi affacciavo ma non trovavo al solito angolino il dentice e con la pila guardo più avanti. Nel frattempo sentivo lo sdeng dell’oleo che sparava..”ok Ste l’ha seccato più avanti”, ma sfanalando più all’interno notavo un codone  pensando: ”ma cos’è nella notte è cresciuto?”. Miravo sopra la placca e sparavo sul testone..estrazione e via in superficie..che risata liberatoria!

Due tiri e avevamo due dentici tra le mani di 5.6kg per me e 2.5kg per Ste… mamma mia! Chiamavamo Andre perché c’era ancora da cercare il grongone. Giù Stefano sempre col medi, mentre io chiamavo il cambio per parità di gratificazione e poter ammirare lo spettacolo di carniere che si stava sommando.

Nel momento in cui scendeva Andre, risaliva Ste a bomba chiamando un tiro risolutore. Aveva sparato sì al pescione..nella tre/quarti..ma in un terzo dentice grosso! Partiva così Andre a “steccare” con la tahitiana il grosso da 7.3kg.

Da lì in poi avevamo la gara in discesa. Dopo solo un’oretta tutti quei pesci..ma quando sarebbe ricapitato?
Vai sulle zone di altre orate e chiudevamo la quota di dieci pezzi per specie e poi era la volta dei saraghi. Tanto sui tanti gronghi segnati, facevamo tuffi in tandem con corti pneumatici a 5punte..sbam leggera trazione ad uscire..e sbam, fuori come pezzi di tubi, al volo in gommone a tutto gas. Non i più grossi, ma i più facili da estrarre..la regola ferrea!
Vai sparavamo ad un corvo da 1kg e poi tuffo in una franetta a cercarne altre. Mi imbattevo in un tordone da 1kg..schiak col 60ino..veniva a bordo anche lui!

Finivamo così la gara con un carniere strepitoso, presentandoci alla consegna e controllo del pescato con un venti minuti di anticipo con boh..70kg di pescato più o meno.
A spanne: 10 orate, 3 dentici, 10saraghi, tordi, corvi, 5gronghi (anche questi quota chiusa).

Quella volta é stata memorabile ed ora vi racconto anche il perché. In Croazia, soprattutto in quella zona, é importante capire come si sposteranno i pesci in base alle maree (da me in Liguria o in altre regioni non è così eclatante), che a loro volta creano correnti più o meno favorevoli.

Altra cosa, decidere a tavolino e pianificare al meglio: partenza dove, chi, come, ordine di esecuzione degli spostamenti e TEMPO che scorre inesorabile per 5 lunghissime e/o troppo brevi ore. Quella volta in tutto questo non sbagliammo un pesce ed una virgola.

Alla pesatura mi ricordo ancora un uomo in prima fila. Era un signore sull’ottantina, la faccia segnata dalla vita passata sul mare ed era arrivato sin lì appoggiandosi al bastone per dare sicurezza nella camminata. Calcolate che la pesca in apnea è parecchio sentita in Croazia. Ebbene alla vista del carniere si tirò su in piedi, senza bastone, ad applaudire. SPETTACOLO!!!

Finita la pesatura, ci venne a stringere la mano e a congratularsi e in un perfetto italiano ci disse: “ragazzi..bravi!! In tanti anni, una pescata così non l’avevo mai vista..” Una sportività così spontanea,non a denti stretti e per protocollo..nel nostro piccolo grande mondo,difficilmente l’ho trovata…